sabato 27 novembre 2010

Dal Palazzo della regione

Rimanendo sempre in tema "Milano dall'alto" vi mostro queste due foto scattate a inizio 2010 presso il nuovo palazzo della regione, che occupa l'area dove prima si trovava il bosco di Gioia :-( 
Nonostante il complesso fosse ancora incompleto, avevano aperto al pubblico l'ultimo piano del nuovo "grattacielo": dopo una lunga fila al freddo allietati da una simpatica banda, siamo entrati in questo nuovissimo ascensore che in pochi secondi ci ha portati sulla terrazza. Si arriva al 39°piano, circa a 161 metri d'altezza: vi assicuro che si percepisce un certo fastidio durante la rapida salita!

Bene, da questa terrazza tutta a vetrate si può avere un'altra panoramica della città in particolare della zona circostante la stazione centrale e il Pirellone (come potete notare nella foto qui accanto) ma puntando l'occhio un po' più in là si riconosce facilmente anche San Siro o altri edifici noti della città.

lafede


venerdì 26 novembre 2010

Torre Branca


Quanti giorni di assenza! Quasi un mese! Chiedo venia! Purtroppo tra lo studio, impegni vari e l'altro blog di cucina...il tempo per dedicarmi alle guide di viaggio si va via via assottigliando! Oggi Milano si è svegliata imbiancata: un primo assaggio per questo inverno! Già adesso però una pioggierellina mista a nevischio sta già spazzando via tutto...
Torniamo però alla nostra guida di oggi! Vi parlo di un altro posto di Milano, anche questo probabilmete poco noto o perlomeno quasi mati visitato: la Torre Branca.

La Torre è situata nel Parco Sempione a due passi dal Castello Sforzesco, accanto alla Triennale. Svetta tra i palazzi non perchè sia particolaramente alta  ma perchè  è una costruzione insolita per il panorama milanese, per lungo tempo chiusa al pubblico.
La torre è interamente in ferro, alta 108,60 metri ed è la quarta costruzione più alta della città dopo il nuovo palazzo della regione, il Pirellone e la torre Breda; supera anche l'altezza del Duomo di poco.
Un po' di storia, che dite? E' stata inaugurata nel 1933 dietro progetto di Giò Ponti con il nome di Torre Littoria; a 97 metri di altezza vi è una saletta in passato adibita a ristorante, ora invece aperta solo come punto panoramico.
La torre è stata chiusa al pubblico nel 1972 e riaperta solo dal 2002, dopo una ristrutturazione per opera appunto della società Branca.

Dal 2002 quindi è possibile visitare la torre, o meglio ammirare il panorama di Milano dall'alto: un ascensore vi porterà al vertice, nella saletta panoramica e per circa 10 minuti sarete a quasi 109 metri di altezza sopra la città!

Noterete per prima cosa il Castello Sforzesco, l'arena, l'Arco della Pace e l'antenna della Rai.








Spostando lo sguardo un poco più in là invece si vedrà il Duomo di Milano in tutta la sua maestosità ( ricordo che è possbile anche visitare le guglie del Duomo...ma questo sarà dedicato ad un altro post...). Se la giornata è particolarmente limpida non sarà difficile scorgere le Alpi, più vicine di quanto si pensi!





lafede

sabato 23 ottobre 2010

Benevento

Non poteva mancare una guida su Benevento, città dei miei genitori e città in cui ho sempre trascorso mesi interi di vacanza. Benevento è situata in Campania e per questo spesso viene accomunata a Napoli, erroneamente: la città è diversa dal capoluogo campano, a partire dal clima per arrivare fino alle origini. Come al solito, la mia guida non andrà nei dettagli storici e artistici, ma vuole essere un semplice spunto per un viaggio, una dritta su cosa vale davvero la pena soffermarsi e vedere.
Per chi fosse un po’ carente in geografia, Benevento è situata nell’interno, in una conca tra due fiumi, il Sabato e il Calore, ed è circondata da una corona di montagna (ricordo il Matese): si può dunque capire che non essendoci il mare, il clima è davvero molto simile a quello milanese! Anche la cucina vede tradizioni talvolta diverse: oltre infatti a piatti comuni alla cucina napoletana, quella beneventana tramanda ricette e pietanze tipiche e antiche.
Benevento è però ricca di storia: (brevemente) vede le sue origini nel popolo dei Sanniti fino alla conquista da parte dei Romani per poi restare per lungo tempo territorio papale e poi essere annessa al regno di Italia. Ogni epoca, e ogni popolo, ha lasciato una traccia di sé in questa città,  rinvenibile a cielo aperto ma anche sottoterra, nei musei e persino nei nomi delle vie. Ma come non ricordare inoltre il famoso noce di Benevento? Ora l’albero sede del sabba delle streghe non esiste più (fu infatti fatto tagliare per porre fine alle riunioni notturne) ma è ancora molto viva la leggenda delle streghe: la strega infatti è riconosciuta come il simbolo della città, lo Strega è un noto liquore (e premio letterario…), nella città si svolsero diversi processi alle streghe.
 Benevento dunque è una città spesso poco conosciuta ma che merita una visita approfondita, magari accompagnata da un assaggio di prodotti tipici, per scoprire un angolo della Campania poco noto e spesso offuscato dalla nomea di Napoli e dalla sua forza nell’immaginario comune.
Vi conduco alla scoperta della città con un percorso tutto incentrato sulla storia:
Parco Cellarulo: recentemente, anzi proprio questa estate, è stato inaugurato un nuovo parco cittadino situato proprio sul fiume Calore, in corrispondenza della via Appia: vedete infatti nella foto qui accanto il fiume Calore che si snoda attorniato da una ricca vegetazione fluviale e, in lontananza, la chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Il parco presenta due entrate, è dotato di pista ciclabile, di un boschetto-pineta con delle panchine fatte da blocchi di pietra e, cosa interessante e degna di nota, un’area archeologica i cui lavori di scavo sono ancora in corso.
La terra ha infatti riportato alla luce resti e reperti di epoca sannita e romana: un villaggio dell’artigianato di epoca sannita e poi romana per la lavorazione di  ceramiche e tegole con fornaci risalenti al IV secolo a.C.; le mura di difesa in tufo; un tratto lastricato della via Latina vicino al Pons Maior; un antico approdo di barche;  una tomba con dei resti di un guerriero sannita; una bottega per la lavorazione della pietra e poi monete e oggetti antichi. Io ho visitato questa area nell’ora di massima calura estiva: devo ammetterlo, molto faticoso, però credo che ne valga davvero la pena nonostante i lavori di scavo non siano ancora completi.

Numerosissimi sono i resti di epoca romana presenti nel territorio beneventano e il modo migliore per scoprirli tutti è una passeggiata (a piedi, ovviamente!) dato che sono raccolti in un’unica area centrale oggi in parte chiusa al traffico delle automobili.


Dalla centrale piazza Risorgimento, parte una via, via Perasso, che conduce proprio all’inizio del corso Giuseppe Garibaldi, area pedonale e via del passeggio cittadino. Qui sorge un importante monumento, o meglio una rocca, ora sede della Provincia di Benevento:
Rocca dei Rettori: questa torre, o Rocca, è un edificio storico che testimonia benissimo il susseguirsi dei popoli e degli abitanti della città: i Sanniti infatti iniziarono ad utilizzare il luogo come avamposto difensivo, come testimoniano le mura presenti ancora sul versante est e lo strapiombo a sud; i Romani invece costruirono un edificio termale e i Longobardi lo adibirono nuovamente a scopi militari, includendolo nelle mura longobarde ancora presenti in vari punti della città. Nel VIII secolo invece sorse, a seguito di modifiche ed ampliamenti, un monastero benedettino. L’edificio poi cadde in uno stato di semi-abbandono e nel 1321 il papa ordinò di ristrutturare l’intera fortezza per crearne una dimora per i rettori della città: ulteriori furono i lavori fino a che la struttura assunse una forma a G  attorno ad un cortile. Dal 1586 al 1865 la strutture venne adibita ad un carcere. Oggi, oltre ad essere sede della Provincia di Benevento, è anche sede del Museo del Sannio, interessante museo articolato in diverse sale: qui è ospitata la parte riguardante l'antico popolo dei Sanniti.

La Villa: accanto la Rocca dei Rettori si estende la Villa di Benevento, ovvero il parco pubblico realizzato ed inaugurato sul finire del XIX secolo: è un’oasi di verde in cui rilassarsi e riposarsi, in cui rinfrescarsi nel caso si visitasse la città in piena estate. Passeggiando per la villa troverete l’immancabile laghetto provvisto delle paperelle ed ochette, la fontana con i suoi giochi d’acqua, fontanelle da cui ristorarsi e ovviamente panchine su cui sonnecchiare. Affacciandosi sul retro del parco, potrete avere una visione dell’altra parte della città di Benevento, con i monti che fanno da sfondo. Vi è inoltre un chiosco, un gazebo in ferro che mi ricorda molto quelli che spesso si vedono nei film americani! Ovviamente il parco è fornito delle aree gioco per i bambini però  c'è un’unica pecca che davvero non mi va giù: l’ingresso vietato ai cani! Perchè? Proprio non riesco a capacitarmene, per me poi amante dei cani e volontaria di un canile! (per ulteriori info: http://www.comune.benevento.it/cittabenevento/video/villacomunale.php).


Museo Arcos: iniziando dunque la passeggiata per il corso (se è una giornata limpida in lontananza potrete avere uno scorcio delle montagne), sul lato sinistro notiamo il palazzo del Governo e, girando a sinistra per un viottolo adiacente, arriviamo al Museo di arte contemporanea del Sannio, Arcos. Il museo il cui nome richiama la struttura del palazzo ospitante, è stato inaugurato nel 2005; accoglie opere di artisti italiani e stranieri, opere di arte contemporanea che comunicano con lo spettatore coinvolgendolo anche grazie ai suoni, ai video, oltre che con la vista.  Io ho apprezzato molto questo museo, mi piace l'arte contemporanea, questa arte così "strana" e poco comprensibile per i più. Se siete amanti del genere, fateci un salto, non ve ne pentirete! (Tra l'altro il museo è spesso nelle riviste in quanto ospita mostre di interesse).
Santa Sofia: tornando per il corso, immediatamente sul lato destro notiamo un campanile, una chiesetta e una piazza: siamo in presenza della Chiesa di Santa Sofia, nonché sede del già citato Museo del Sannio. La prima impressione che potreste avere è di chiarezza, tranquillità: la chiesa infatti è priva di fronzoli o di decorazioni superflue, ma è imponente nella sua semplicità. È formata da una struttura stellare a tre absidi, ricca di colonne che creano una serie di scorci suggestivi e differenti l’uno dall’altro. Venne fondata nel 760 d.C. dal duca Arechi II dedicata alla venerazione di Cristo come Santa Sapienza (Sofia), diventando poi simbolo per l’intera popolazione longobarda nell’Italia meridionale. Nel XII secolo venne poi edificato il campanile, oggi perduto e poi ricreato come oggi possiamo ammirarlo, decorato con cartine raffiguranti la suddivisione politica e dei popoli nell’Italia meridionale nel corso dei secoli. Recenti opere di restauro hanno portato infine alla luce affreschi sulle pareti interne della Chiesa, suggestive immagini di un passato che riaffiora. La piazza antistante la chiesa, nasconde sotto la pavimentazione, ricchi resti della città antica: per un periodo infatti è stato possibile ammirarli. Accanto il portone di ingresso della Chiesa, vi è un cancello che conduce in un cortile e poi nel chiostro-museo: basta mettere piedi in questo giardino che veniamo sopraffatti dal numero immenso di reperti archeologici quali colonne, basamenti, statue! Visitando poi il museo siamo accolti da innumerevoli vasi, anfore, busti, statue sia di età egizia che di età greca e romana: l’impressione che ho avuto è di una grande ricchezza, davvero, però poco messa in risalto dalla mancanza di spazio. La visita nel museo è obbligatoria (così si ha anche la possibilità di ammirare il chiostro) perché tutti i reperti sono una importante testimonianza della storia che ha investito questa zona geografica, anzi qui sono custodite bellezze senza eguali. La chiesa inoltre è candidata per entrare a far parte del Patrimonio Unesco! 


Hortus Conclusus: proprio di fronte la piazza un vicoletto stretto e caratteristico conduce in un giardino moderno,racchiuso da mura: è l'Hortus Conclusus. Un giardino realizzato nel 1992, pensato come luogo per la riflessione, ospita al suo interno delle sculture in chiave contemporanea: è cinto da parte delle mura del convento, e sia la pavimentazione sia le mura che lo circondano, si richiamano alla tradizione storica della città. Diverse sono le fontane nel giardino, in quanto l'acqua dovrebbe favorirne con il suo rumore, la riflessione (il disco che vedete nella foto è in realtà una fontana).

San Bartolomeo: continuando a camminare per il corso, sul lato sinistro troverete una chiesa, la chiesa di San Bartolomeo: vi consiglio di fermarvi e di ammirare lo splendido portone di legno intarsiato in splendidi giochi floreali.
Prima di proseguire oltre per il corso, infilatevi un uno dei vicoli sulla vostra destra: vi ritroverete nella Benevento vecchia, fatta di vicoletti in pietra e case basse, dove si respira ancora un'atmosfera fuori dal tempo!



Arco di Traiano: poco oltre la Chiesa di San Bartolomeo, sulla sinistra si apre piazza Roma mentre sulla destra una via conduce all’Arco di Traiano. L’arco si trova ora in una piazza e, piccola curiosità, qui si trova il palazzo dove nacque Giuseppe Moscati. Simbolo della città, simbolo dell’epoca romana, l’arco è una testimonianza diretta della vittoria dei romani che conquistarono la città; fu eretto tra il 114 e il 117 per celebrare l’apertura della via Appia. L’Arco divenne con il tempo una porta di accesso alla città, noto per la sua imponenza. Non appena iniziate a percorre la via che vi conduce all’arco, iniziate ad osservarlo: spicca e risalta tra palazzi di epoca più recente, creando un effetto suggestivo. L’arco è ad una sola fornice ed è completamente decorato da scene militari, scene di pace e scene che rappresentano i rapporti della città con l’imperatore; presenta inoltre una iscrizione dedicatoria in latino. Vi consiglio di camminarci attorno per poter osservare meglio ogni singola figura intarsiata e per poter rendervi conto maggiormente della sua imponenza.

Chiesa di Sant'Ilario: spostandovi alle spalle dell’Arco noterete subito un’ampia distesa verde e, al centro, una chiesa: questa è la Chiesa di Sant’Ilario a Port’Aurea. Si trova lungo la via San Pasquale, antico tratto della via Traianea. È stata ristrutturata recentemente e riportata in auge grazie a sapienti giochi di luce notturni e ad iniziative culturali; è di epoca longobarda, probabilmente edificata già su una costruzione più antica. È costituita da una pianta rettangolare con un abside semicircolare; è poi sovrastata da due torrette di differente dimensione. Verso la fine del XVII la chiesa venne però sconsacrata e poi trasformata in casa colonica ma i recenti lavori di restauro hanno permesso di riportare alla luce un tesoro storico e archeologico dimenticato. Grazie infatti a delle passerelle è possibile ammirare le strutture sottostanti e le diverse iscrizioni e decorazioni di pietra.


Terme: tornando nella via del corso, continuate la camminata fino ad arrivare proprio davanti al Duomo di Benevento, importante cattedrale in marmo bianco attualmente in restauro, che ha dato alla luce ulteriori reperti archeologici. Prendendo però una via adiacente, via Carlo Torre, si arriva ad un recente scavo archeologico che ha riportato alla luce delle terme romane: è possibile esplorarlo al suo interno, seguendo il percorso indicato. Questo luogo è anche adibito a spettacoli soprattutto nel periodo estivo grazie alla presenza di gradinate e di una base adibita a palco. Ci troviamo nel cuore del quartiere Triggio, ovvero il quartiere secondo la leggenda dove le streghe di Benevento erano solite incontrarsi. Triggio infatti deriva da trivium, ovvero incrocio di strade, punto di incontro. Tra l'altro, potrete trovare delle statue ormai inglobate in abitazioni private!


Teatro romano: proseguendo oltre si arriva in fine al ben noto Teatro romano di Benevento, databile tra la fine del I e l’inizio del II secolo dall’imperatore Adriano in prossimità del cardo maximus. La pianta è semicircolare, nel momento del suo splendore era dotato di 25 arcate articolate su tre ordini in capitelli tuscanici (oggi rimangono solo quelle del primo). La cavea è conservate in buone condizioni e sotto di essa si diramano corridoi e scale di accesso; la scena, ampia, presenta resti di tre porte monumentali che conducevano all’orchestra e qui sono ancora conservati dei tratti del pavimento in mosaico e la pareti marmoree policrome. Il teatro presente un’acustica eccellente: è infatti utilizzato tuttora per concerti o spettacoli. Vi consiglio di visitare il teatro, dietro pagamento di una modica cifra di ingresso o gratuitamente per gli studenti, e di sedervi sulle gradinate per poter rivivere, almeno con la fantasia, l’antico splendore del teatro in epoca romana, avendo sempre cura però di non deturpare questa bellezza!
Tornate nuovamente per il corso e poco più giù del duomo, si dirama una via che conduce verso il ponte Vanvitelli, sopra il fiume Calore. Beh, vi consiglio di spingervi fin qui perchè proprio dall'altra parte della sponda vi è una lapide in memoria di Manfredi di Svevia, qui ucciso durante la battaglia di Benevento nel 1266 (citato poi da Dante nel Purgatorio).

Spero abbiate gradito la mia guida e spero vi abbia solleticato un po': nel caso in cui non foste mai andati a Benevento, beh, ora avete una buona panoramica oltre che un buon motivo per visitarla! Tra l'altro, ora che si avvicina il periodo invernale, vi consiglio di provare gli ottimi torroni tipici di questa zona!


lafede

sabato 25 settembre 2010

Parigi


Dopo la guida su Londra, non poteva mancare quella riguardante Parigi! Probabilmente se non sicuramente, su internet ce ne sono a bizzeffe: in fin dei conti è una delle mete più ambite per week end, vacanze, gite… Io ci sono stata questa estate (2010) e finalmente ho potuto vedere dal vivo questa tanto raccontata e amata città!
Riporterò il mio itinerario di visita, escludendo però l’hotel: non mi sento di consigliarlo così come ho fatto invece per il caso di Londra; c’è da dire però la posizione dell’albergo in cui ho pernottato era ottima: a 100 metri dalla metro Bastille e attorniato da tantissimi ristorantini (non turistici).
Sono arrivata a Parigi da Londra (ho infatti “attaccato” le due vacanze) e ho preso il famoso Eurostar, il treno che percorre il tunnel della Manica (sarebbe meglio dire sotto La Manica!). Sicuramente vi potrebbero venire diverse domande dettate dalla curiosità per cui cerco di prevederle in qualche modo e rispondervi!
A Londra vi è proprio una stazione dedicata alla partenza di questi treni, una stazione nuovissima: fino a qualche anno fa infatti l’Eurostar partiva da Waterloo, adesso invece è stato edificato il moderno scalo di London St. Pancras, posizionata più a nord rispetto la vecchia stazione. Il nuovo terminal contiene al suo interno tantissimi negozi e bar (qui ho mangiato il mio ultimo brownie da Starbucks!) in cui impiegare il tempo restante prima del check in. Ebbene sì, l’imbarco per il treno funziona proprio come in un aeroporto, con l’unica differenza che il check in è automatico: ci sono dei tornelli in cui ogni passeggero deve inserire il proprio biglietto e il tornello legge e verifica la correttezza dei dati. Superato questo, si passa ai controlli scrupolosi al metal detector e poi ai controlli dei documenti di identità.
Varcata l’ultimo controllo, si entra in un grande lounge, una sala di aspetto insomma, piena di divani comodissimi (sul serio!) e di altri bar: qui si deve attendere l’annuncio del treno e l’indicazione del binario. Per raggiungere il treno non ci si può sbagliare: la sala di aspetto dispone di una serie di porte a vetro dietro le quali scorrono delle scale mobili che conducono direttamente sulla banchina al lato del treno: basta leggere il tabellone luminoso per individuare la propria uscita.
Le scale mobili dunque conducono direttamente al treno; sulla banchina sono inoltre segnati i numeri delle carrozze: in questo modo sarà più facile individuare la propria assegnata. L’interno del treno è tale e quale ai nostri treni alta velocità, soltanto sulle tonalità del marrone!
Il tragitto Londra- Parigi è di circa due ore, di cui 20 minuti dentro il famoso tunnel: prima di entrare il treno si ferma in attesa dell’ok e poi si introduce in una galleria. Da questo momento in poi non si vede né sente nulla, non ci si accorge di essere sotto al mare: credo soltanto di aver sentito un po’ più di freddo!
La stazione di arrivo di Parigi è la Gare du Nord, comodamente servita dalle linee della metropolitana 4, 5, 13, B. Come ormai in ogni stazione, anche qui potete trovare i distributori automatici dei biglietti: unica pecca molto molto fastidiosa: non ho trovato nessuna scala mobile per raggiungere il treno!
E ora parliamo un po’ della città di Parigi! Per girare utilizzando i mezzi pubblici, ho fatto un carnet di tre giorni per le zone 1-2 spendendo 20 euro: ho potuto usare la metro senza limiti anche se personalmente ho notato che Parigi è girabile a piedi senza problemi! Anzi, è un modo in più per poter scoprire nuovi angoli della città!
Da brava turista, mi ero munita di guide in modo da selezionare il maggior numero di cose da vedere!
1° giorno: arrivo a Parigi attorno l’ora di pranzo, per cui tra l’arrivo in hotel, spostamenti vari, rimane poco tempo per la visita, ma noncurante di ciò, con la metro sono arrivata alla fermata Musee du Louvre: la stazione della metro ospita anche un centro commerciale! Da qui, spostandomi a piedi, ho raggiunto:

 l’Opera: purtroppo la visita all’interno non era al momento consentita, per cui mi sono limitata ad una panoramica esterna. L’architettura è maestosa, indubbiamente, peccato però per il cielo grigio e a tratti piovigginante!




Le Gallerie Lafayette: immancabile una curiosata all’interno i famosi grandi magazzini! Mia mamma li ricordava con grande stupore (sarà perché li aveva vista per la prima volta quando lei aveva più o meno la mia età…) ma una volta entrati…ho avuto l’impressione di trovarmi dentro la Rinascente di Milano! A parte la cupolona e le balconate che si affacciano tutte all’interno…non credo ci siano molti motivi per perderci più di 10 minuti all’interno! Ah, una nota molta simpatica: distributori gratuiti di acqua ad ogni piano!




La chiesa della Maddalena: è una chiesa in stile neoclassico edificata nel 1794, che ricorda un tempio greco. L’interno però è totalmente differente dall’esterno: vi è un ampia navata con tre cupole che non sono visibili dall’esterno. Vale la pena sostare sulle gradinate e guardare di fronte a sé: si può infatti vedere uno scorcio della enorme Place de la Concorde. Consiglio di girare attorno la chiesa: proprio sul lato sinistro troverete dei bagni pubblici: scendete le scalette e date un’occhiata all’interno, ammirando le decorazioni in mosaico. Attorno invece ha luogo abitualmente un mercato di fiori, molto colorato. Sulla piazza si affacciano diversi negozi gastronomici, costosi certamente, ma dalle vetrine ben curate e ricchi di cibarie particolari e sfiziose.
Place de la Concorde: primo assaggio di questa gigantesca piazza: purtroppo il tempo in quel momento aveva deciso di non accompagnarci più, così dopo una veloce panoramica, abbiamo deciso di rientrare in hotel.
Abbiamo cenato in un ristorante- bar molto carino, sotto i portici della Place des Vosges, una piacevole scoperta, un tranquillo rifugio lontano dai luoghi prettamente turistici. Il bistrot è il Caffè Hugo, locale semplice, pieno di gente che sorseggiava un bicchiere di vino: buona l’insalata con miele, mandorle e caprino!

2° giorno:
Dopo una dormita ristoratrice una colazione non proprio soddisfacente, grazie ad un cielo bellissimo, decidiamo di andare a visitare la Tour Eiffel, seguita dalla cattedral di Notre Dame e da Montmartre.
Tour Eiffel: raggiungiamo il famosissimo monumento grazie alla metropolitana grazie alla vicina fermata Ecole Militaire. Percorriamo a piedi un grande vialone residenziale per poi immetterci nei giardini antistanti la Tour: il Parc du Champs de Mars. Vi consiglio una passeggiata in questi giardini, grandi, verdi, dove i parigini vanno a correre o portano i cani a passeggio. Ma eccoci sotto la Tour Eiffel: è enorme, sovrasta tutto e tutti, si ha la sensazione di essere una nullità in confronto! Con molta pazienza ci accodiamo per effettuare la salita fino all’ultimo livello: dopo circa un’ora di coda, entriamo nell’ascensore che ci porta al primo piano, facciamo il giro panoramico e le foto di rito, e poi prendiamo il secondo ascensore, che impiega davvero tanto tempo per portarci sulla sommità della torre! Ma la vista dell’alto è ripagante di ogni attesa: le foto credo non rendano giustizia, è stupendo vedere l’intera città, piccolissima, riconoscendo i monumenti più famosi, vedendo la senna che si snoda per Parigi…provare per credere!

Notre Dame: raggiungiamo la zona adiacente la chiesa con la metropolitana, scendendo alla fermata Hotel de ville. Qui si apre la piazza del comune di Parigi: un edificio imponente, chiaro con i tipici tetti blu affiancato da una fontana e da una curata aiuola. Sulla sinistra del comune si snoda la Senna: oltrepassando il ponte si arriva direttamente al lato di Notre Dame. Obbligatoria è una visita all’interno e se il tempo lo permette, anche una visita sulle guglie. Girate attorno la chiesa così da vedere anche il retro con i suoi giardinetti. Sul lato sinistro della chiesa, per intenderci sull’altra sponda della Senna, vi è il turistico e affollatissimo quartiere di Saint Germain  dove però potrete gustare un ottima crepe salata!
Montmartre: riprendiamo la metropolitana direzione Montmarte. Scendiamo ad Abbesses, una graziosa piazzetta ricca di alberi e qui, con l’aiuto della cartina alla mano, ci dirigiamo verso la funicolare percorrendo delle stradine in salita, piene di negozietti originali e colorati. Raggiungiamo la funicolare, saliamo su giusto per lo sfizio di provarla: non è necessario prenderla per raggiungere la chiesa, anzi, vi fa perdere più tempo! Usciti dalla funicolare ci troviamo davanti la chiesa di Montmartre: una bianca scalinata, dove degli artisti di strada intrattengono i turisti, conduce all’ingresso. Prima di entrare però è bene soffermarsi per ammirare l’esterno della chiesa: io ho beccato un bel cielo azzurro che creava un contrasto netto con il bianco dell’edificio, una nitidezza di forme e colori ineguagliabile. L’interno personalmente non mi ha “detto un granchè”: sarà che io preferisco ammirare gli esterni e le facciate, le geometrie e i colori in contrasto con il cielo e gli edifici circostanti.

Terminata la visita della chiesa, fate una passeggiata per i vicoli più caratteristici di Parigi: un dedalo di pittori che espongono le proprie tele, musicisti e suonatori che imprimono un atmosfera magica.
















3° giorno:
Il terzo giorno è stato dedicato al Louvre: non è necessario acquistare i biglietti di ingresso con anticipo, se si vuole evitare la coda nella biglietteria principale, sotto la metro vi sono dei rivenditori ufficiali. Gli studenti minori di 26 anni (se non erro) entrano gratuitamente. Come entrate vi sarà data una guida indicante piano per piano le opere principali da vedere: ricordo innanzitutto la Monnalisa e la Vergine delle Rocce di Leonardo, la Nike, Amore e Psiche, lo Schiavo Morente. Ma se esplorate con molta pazienza e molta resistenza, ogni piano, rimarrete affascinati dalla quantità di opere (dipinti, sculture) che vi sono conservati: intere sale di soli artisti italiani! (Il Louvre merita una visita, nonostante l’enorme quantità di turisti che impediscono la visita tranquillamente).
Uscendo dal museo, passerete sotto la nota piramide per poi uscire “allo scoperto”: fate un giro della grande piazza per osservare l’architettura del museo e noterete il famoso arco del carosello!









Champs Elysees e Arco di trionfo: da Place de la Concorde incamminatevi lungo gli Champs Elysees, un vialone alberato, largo, ampio e ricco di negozi per chi non rinuncia ad un po’ di shopping! Arriverete all’Arco di trionfo: peccato però che passino auto e pullman di continuo!
Bateau mouche: immancabile il giro in battello, freddo o caldo che sia il tempo! Vedere Parigi da questa prospettiva è tutta un’altra cosa, sul serio: io apprezzato molto di più la città dalla Senna che non camminando per le vie parigine. Potrete ammirare tutti i principali monumenti comodamente seduti e ascoltando la guida turistica in tutte le lingue, tranne che l’italiano!





Giardini del Lussemburgo: l’ultima mattina ci siamo incamminati a piedi dalla Bastiglia fino a Notre Dame, all’Opera per poi tornare al punto di partenza. Durante la lunga camminata abbiamo anche avuto modo di visitare i Giardini del Lussemburgo: un’oasi di verde e fiori curati, in cui riposarsi sulle diverse sedie messe a disposizione oppure per chi non conosce stanchezza, correre e mantenersi in forma!












lafede

martedì 21 settembre 2010

Milano: abbazia di Chiaravalle


Voglio iniziare la scoperta degli angoli insoliti di Milano con uno dei posti che adoro di più: l’abbazia di Chiaravalle. Fino agli anni venti del Novecento, Chiaravalle era un comune a sé; adesso è parte di Milano anche se si trova leggermente fuori la città. Nonostante adori spostarmi in bici, sfidando il traffico e rischiando la vita continuamente, raggiungo sempre questo posto con l’auto per comodità (anche perché abito dall’altra parte della città!).
Chiaravalle è però facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici: proprio davanti l’ingresso dell’abazia c’è una fermata dell’autobus, la 77, che porta  alla fermata Brenta della metro gialla.
Ma perché Chiaravalle? Cos’ha di speciale questo posto?
Personalmente adoro il fatto che esista questa oasi di pace a due passi dalla città, immersa nel parco agricolo sud, tra risaie e volatili, un’oasi ancora carica di spiritualità e di silenzio. L’abbazia ha origine nel lontanissimo 1135, sulla scia dell’abazia di Citeaux, da parte del monaco benedettino Bernardino da Chiaravalle: l’edificazione dell’intera struttura avviene a più riprese nel corso dei secoli, vedendo anche l’intervento del Bramante (evito di riportare l'intera storia e descrizione artistica della struttura, altrimenti rischierei di fare una noiosa copia di ciò che trovate nelle rete; se siete interessati troverete la pagina di wikipedia fatta non male!)
Un muro di cinta e un portone di legno lavorato permettono l’ingresso all’interno del cortile antistante la chiesa: qui sul lato destro si snoda un edificio basso che accoglie un negozietto davvero carino: è gestito dai frati e vende prodotti locali (uova, carne…) e una grande varietà di miele,  birra, cioccolata, caramelle, biscotti tutti di provenienza da altri monasteri. Si possono trovare anche cosmetici naturali e tisane biologiche e, ovviamente, articoli religiosi. Ogni volta che vengo qui, una puntatina nel negozietto non me la toglie nessuno: compro soprattutto miele e tisane!
Proseguendo nel piazzale, ci accorgiamo che sulla sinistra si apre un grande prato: è stato bellissimo ammirarlo pieno di neve! Mentre sul lato sinistro vi è un cancelletto che conduce ad un vecchio mulino, ancora in uso: organizzano infatti corsi di panificazione!
Davanti a noi si erge la chiesa in stile gotico, con alcune contaminazioni romaniche: colpisce il colore rossastro delle pietre con cui è edificata e il lavorato portone ligneo di ingresso. Entrando si rimane meravigliati dalla semplicità della chiesa e dalla bellezza degli affreschi che appaiono sui muri: è d’obbligo una camminata esplorando da soli ogni angolo.

Sul lato destro della chiesa vi è un passaggio per entrare nel chiostro: qui è fortemente consigliata una visita per ammirare le colonnine annodate e decorate con foglie e aquile e per respirare quell’aria così antica e leggera; da qui noterete il campanile svettante, chiamato anche “ciribiciacciola”: è una torre ricca di archetti pensili, tutta in mattoni rossi con degli intarsi di marmo bianco, maestosa nella sua semplicità e, una volta vista, facilmente riconoscibile anche dalla vicina tangenziale!


Insomma, per una gita fuori porta di un paio di ore, questo è uno dei luoghi del cuore assolutamente da visitare e se avete la fortuna e se siete nella stagione giusta, anche con la neve: vi assicuro che l’atmosfera cambia radicalmente, il manto bianco rende questa abazia un luogo fuori dal tempo!

lafede

lunedì 20 settembre 2010

Milano: vi presento la presentazione

Milano: è grigia, è sempre di corsa, la settimana della moda, San Siro…quanti luoghi comuni, non trovate? Fortunatamente Milano non è così, o perlomeno non è solo così: forse solo vivendoci si riescono a scoprire mille bellezze e luoghi insoliti che altrimenti rimarrebbero sempre offuscati dalla nomea di ciò che attira maggiormente l’interesse delle masse (e del denaro, ovviamente…). D’altra parte, credo che ogni città dia il meglio di sé solo se vissuta da abitante e non da turista!
E qual è il modo migliore per scoprire un posto nuovo se non quello di affidarsi agli occhi e ai suggerimenti di chi ci vive tutto l’anno?
Ho deciso di creare una guida a Milano, a più “riprese” per mostrare a chi non è di questa città, o anche a chi ci vive ma non è a conoscenza, quante particolarità e amenità nasconde “il grigio di questo cemento”, per citare una frase dalla canzone degli Articolo 31 “Milano Milano”.

Mykonos


Chissà quanti di voi hanno sognato o sognano ancora di andare a Mykonos, isola paradisiaca delle Cicladi? Ebbene, ecco per voi una utile e semplice guida per orientarsi nel mare di notizie, offerte e spiagge!
Prima di cominciare, voglio sottolineare che la mia esperienza di viaggio risale all’anno 2009: detto ciò, probabilmente a parte i costi che potrebbero essere variati, per il resto sentitevi liberi di affidarvi alla lettura di queste righe!
Per essere precisi, il 27 luglio 2009 io con il mio gruppetto di amiche, partiamo alla volta di Mykonos  per una vacanza di dieci giorni!
Come forse potrete immaginare, avevo prenotato un volo low cost, con la nota Easyjet, in partenza da Milano Malpensa terminal 2: non posso fornirvi dati precisi riguardo i costi dell’aereo in quanto variabili di giorno in giorno ( e di anno in anno)! Però posso assolutamente consigliare di servirvi di questa compagnia per raggiungere Mykonos: il volo dura circa un paio di ore, è privo di scali e si atterra direttamente sulla spiaggia ( provare per credere!). Un’unica puntualizzazione: sull’isola soffia sempre un vento molto forte, per cui l’atterraggio potrebbe risultare leggermente turbolento,ma niente paura:  ve lo dice una che ha il terrore degli aerei!
L’aeroporto di Mykonos è piccolino: infatti è in funzione prevalentemente nei mesi estivi:  per il resto dell’anno sono pochi i voli che lo toccano.
Avevo prenotato dall’Italia un appartamento per 5 persone,  nonostante molte “voci” dicessero che avrei potuto trovare facilmente casette in affitto direttamente al momento e sul luogo. Noi abbiamo alloggiato presso Angelika Studios in Mykonos www.angelikamykonos.com : lo consiglio senza alcuna ombra di dubbio! Diversi sono i fattori che mi portano a questa scelta: la posizione ottima, la funzionalità e la pulizia dell’appartamento, la gentilezza dei proprietari (il marito della proprietaria tra l’altro venne a prenderci all’aeroporto). 
Questi appartamenti sono posti lungo la strada principale che da Chora, il centro principale, porta verso Ornos: il centro paese infatti è facilmente raggiungibile a piedi percorrendo con attenzione la strada: saranno circa 10 minuti di camminata, pianeggiante, sempre accompagnati dal venticello fresco a qualsiasi ora del giorno e della notte!
L’appartamento da noi scelto comprendeva una stanza con un letto matrimoniale e uno singolo, provvista di armadio, e poi una stanza più grande con altri due letti singoli, un tavolo, cucina e bagnetto. Fuori completava un terrazzino con sedie e tavolino e con vista mare: il tramonto era magnifico!
Tra l’altro, voglio sottolineare che proprio all’imbocco della stradina che portava nella nostra casa, ancora sulla via principale, vi è una fermata dall’autobus diretto alle più famose spiagge!
Noi però abbiamo optato per il noleggio di un auto: tramite il padrone di casa, ci siamo rivolti al noleggio auto-moto Rent a star www.automotorentastar.gr situato nell’aerea di fronte il porto: per il nostro soggiorno abbiamo utilizzato una Kia Picanto, piccolina ma facile da guidare ( sono stata infatti l’autista ufficiale della vacanza!). Anche in questo caso i prezzi variano dal tipo di auto noleggiata e dal numero dei giorni di noleggio; è molto gettonato anche il noleggio di motorini e di quod: personalmente non li consiglio: infatti il casco è realmente un optional e, dopo aver constatato la situazione delle strade e il tasso di alcool che circola sull’isola, li reputo alquanto pericolosi!
In possesso di una macchina, è possibile andare a fare una spesa abbondante nei vicini supermercati, situati nella via che porta all’aeroporto: dal centro del paese o meglio dalla stazione degli autobus del paese inizia una via a due corsie, asfaltata che poi si dirama in due ulteriori strade: una diretta ad Ornos e un’altra diretta all’aeroporto. Lo studio Angelika è posizionato proprio in prossimità della diramazione, e per raggiungerlo parte una piccola via asfaltata al cui inizio è situato un bar-mini market.
Vi suggerisco di pernottare in un appartamento con cucina: l’isola è cara, per cui se siete giovani e notoriamente squattrinati, apprezzerete sicuramente la possibilità di poter cucinare un piatto di pasta in casa, risparmiando qualcosina! Niente paura: nei supermercati troverete pasta e sughi pronti delle marche note in Italia, oltre a frutta, verdura, feta, yogurt e qualsiasi altro alimento desideriate!
Ma passiamo a parlare delle spiagge dell’isola!
Sicuramente conoscete per fama e notorietà spiagge come Paradise Beach, Super Paradise, Paranga…ma non sono le sole! Se avete un auto tra le vostre mani, è d’obbligo esplorare l’isola per scovare posti incantevoli e incontaminati!
Paradise Beach: con l’aiuto di una cartina, ma anche semplicemente seguendo le indicazioni stradali poste sulla via principale che parte dal centro città, raggiungerete facilmente questo luogo (direzione Agia Anna). Qui infatti vi è anche un famoso campeggio, il Camping Paradise appunto, provvisto di discoteca, ed è presente inoltre un’altra famosa discoteca, il Cavo Paradiso. Arrivati con l’auto, troverete un enorme parcheggio, assolatissimo, proprio di fronte la spiaggia. La spiaggia è in parte libera e in parte provvista di noleggio sdraio e ombrelloni gestiti da due bar: uno di proprietà del campeggio e un altro dove avviene il famoso aperitivo danzante dell’isola (ricordo che entrambi i bar hanno un mini supermarket e un negozietto). La spiaggia è caratterizzata dal tipico colore giallino, è fine ed è sempre piena di giovani, soprattutto dal primo pomeriggio in poi e intorno alle cinque o sei sarete avvolti da una musica altissima: ha inizio infatti l’aperitivo! Si, si balla, si mangia poco e si beve molto: per cui…occhio al ritorno sulla strada se guidate!

Super Paradise Beach: anche questa è un’altra famosa spiaggia dell’isola, personalmente l’ho trovata meno affollata, forse anche a causa della strada per raggiungerla: dei tratti sono talmente ripidi che non si vede nulla di ciò che c’è di fronte! Non avrete particolari difficoltà a trovarla: infatti è situata nelle vicinanze di Paradise (direzione Agia Anna). Anche qui vi è un grande bar con annesso supermarket, una spiaggia attrezzata e una libera. Notoriamente questa è la spiaggia eletta per gli omosessuali, ma personalmente, ho visto anche famiglie con bambini; ah, avverto: alcuni praticano il nudismo!
Paranga: sempre servendosi delle indicazioni stradali (direzione Agia Anna), raggiungerete anche questa spiaggia, piccolina, caratterizzata dalla sabbia fine e dai numerosi ombrelloni di paglia: sembra realmente di essere ai tropici!








Platis Gialos Beach: sempre nelle vicinanza delle precedenti spiagge (direzione Agia Anna), potrete raggiungere questa spiaggia: è piena di ombrelloni e sdraio a noleggio, circondata da alberghi e ristoranti: probabilmente è meta preferita di famiglie, grazie alla tranquillità del luogo.

Agia Anna Beach: questa piccola spiaggia merita una visita verso cena: infatti qui ha luogo un locale, il Cafè Blanco, che propone come aperitivo…la pasta!










Agios Ioannis: nella penisola di Ornos, seguendo le indicazioni stradali, raggiungerete questa spiaggia: non aspettatevi mondanità e musica: qui la zona è più residenziale e quindi anche la clientela sarà sicuramente differente.
 
Kalò Livadi: partendo sempre dalla strada principale dell’isola, seguite le indicazioni per Ano Merà e da qui le indicazioni per la spiaggia. Troverete tranquillità, silenzio surreale, una sabbia fine e pulita e un mare da sogno!


Ftelià Beach: sempre seguendo le indicazioni per Ano Merà, raggiungerete l’isolata spiaggia di Ftelià: si trova all’interno di un piccolo golfo, ventoso, in cui qualche avventuroso potrebbe praticare un po’ di wind surf; la spiaggia è grande, una sterminata distesa di sabbia, per lo più vuota: infatti vista la lontananza dai centri abitati, pochi sono i turisti che raggiungono questo splendore naturale!



Armenistìs: solo se fortemente motivati e impavidi della difficoltà della strada sterrata, consiglio di recarvi al faro verso l’ora del tramonto: dalla Chòra, proseguite verso nord, verso il porto: oltrepassato andate oltre seguendo le indicazioni per il faro. La strada da asfaltata diventerà sterrata, il paesaggio muterà: sarà ancora più brullo, più secco, caratterizzato dai tipici colori rossastri della terra. Da qui ammirerete uno splendido tramonto sul mare!









Dopo aver esplorato l’isola, possiamo dedicarci alla cittadina principale: la Chòra!
 
I mulini a vento: l’immagine tipica di Mykonos sono proprio questi tre mulini: raggiunto a piedi il punto di partenza degli autobus, spostatevi sulla via a sinistra e proseguite: in pochi minuti raggiungerete questo slargo con i magnifici mulini e una splendida vista sul mare e sulla Chora!







Little Venice: proseguendo verso il paese, seguendo il mare, passerete per questa zona che ricorda Venezia: sono numerosi i ristoranti e i locali affacciati sul mare, separati solo da una sottile passerella! Le case sembrano proprio quelle tipiche delle lagune veneziana!
Da qui, immettetevi nel dedalo di viuzze del paese: ovunque casette bianche e strade lastricate con pietre marroni e bianche. Noterete un tocco di blu dato soltanto dagli infissi delle finestre e dalle porte.
 
Panagìa Paraportianì: questa splendida bianca chiesetta si trova proprio sul mare: il contrasto tra il blu intenso del mare e del cielo e il candido colore dell’edificio, è davvero magnifico!







Con un po’ di fortuna, nell’ampia zona adiacente al porto potrete avvistare e avvicinarvi al pellicano, ormai eletto simbolo dell’isola!








Dal porto partono ogni ora i traghetti diretti all’isola di Delos, mitica isola che diede i natali ad Apollo. Dovrete assolutamente andarci: l’area archeologica è molto vasta e ben conservata! In circa tre quarti d’ora raggiungerete l’isoletta, che è disabitata e si anima solo grazie a turisti durante il giorno: ancora dal traghetto potrete avvistare le colonne greche e vi assicuro che è emozionante!











Nella Chòra troverete numerosi posti dove mangiare la tipica pita greca: è un must, non potrete partire dall’isola senza averla assaporata almeno una volta!
Per gli amanti della vita notturna…c’è  davvero l’imbarazzo della scelta: dalla miriade di locali disseminati per la Chora, alle discoteche come Cavo Paradiso o Paradise, Hard Rock Cafè, Cafè Blanco…ma comunque, verso il tramonto, sulle spiagge sarete accolti da diversi ragazzi che vi invitano alle serate nei locali!
Per gli amanti del genere, vicino all’aeroporto, sulla via principale per intenderci, si trova uno Starbucks!
Per gli amanti dello shopping: nella Chora troverete diversi negozietti che vendono gioiellini davvero unici!
Buona vacanza a tutti!
lafede